Oggi è il mio compleanno e vorrei un bel regalo. Al solito mi sono messo a rivedere le raccolte di documenti sulle mie gare del passato. Preso dalla nostalgia ho cercato inutilmente nei cassetti le foto delle mie due uniche gare sui 50km di marcia. Non ci sono, lo sapevo già, ma mi rimangono le due medaglie, un articolo di giornale e il mio nome citato nelle pagine di un libro che racconta anno per anno la 50km ai campionati italiani.
Forse è poco, eppure solitamente mi bastava questo; la maggior parte dei ricordi me li porto dentro, sono state due piccole imprese per me importanti, racchiudono sacrifici e impegno ai limiti delle mie possibilità fisiche. Ma quest’anno sono arrabbiato. Sono un uomo e so bene che la vita è fatta di ben altri problemi, ma sono anche un uomo della 50Km, e il fatto il CIO e World Athletics abbiano deciso (e ri-sottolineato ancora) che la 50Km di marcia la vedremo per l’ultima volta a Tokio 2021 non lo posso digerire.
Era il 2007 quando già qualcuno provava a chiedere di cancellare la 50Km dai Giochi Olimpici, non ci sono riusciti allora, ma negli anni ci hanno riprovato sempre fin quando nel 2019 la IAAF (oggi World Athletics) invece di proteggere la 50Km e i suoi atleti, ha ucciso questo sport, perché la marcia 50Km si può considerare uno sport a sé. Quello che abbiamo sentito recentemente è solo l’ulteriore conferma di decisioni già prese da indegni ex-atleti e dirigenti sportivi incapaci che hanno perso di vista il concetto di sport (semmai sanno ancora cos’è). Nel 2019 ne era nata una protesta sul sito savetheracewalking.org seguendo anche l’esempio degli amici australiani del Victorian Race Walking Club; aderirono in molti, campioni e non campioni, e scrissi anche una lettera la Presidente Sebastian Coe, ma ovviamente non ho mai ricevuto risposta.
Insomma, la mia amarezza alla fine non nasce oggi, è costante da tempo, è un qualcosa che non digerisco.
In modo razionale ne ho tratto delle conclusioni:
– Il CIO già non voleva la 50Km maschile e assolutamente non vuole la 50Km femminile ai Giochi Olimpici, del resto nel programma di Tokyo 2021 l’unica gara che non c’è al femminile è quella della 50Km. Questo oltre ad essere un atto ostile nei nostri confronti è anche misoginia, visto che la 50Km femminile con risultati cronometrici inequivocabili stava dimostrando di essere la carta giusta per il rilancio di tutta la disciplina, e invece il CIO ha lasciato un vergognoso buco nelle gare Olimpiche.
– A World Athletics non glie ne importa niente della 50Km, ed in fondo considera la disciplina della marcia un peso. È sempre un atto ostile nei nostri confronti ma c’è di più: con la sostituzione della 50Km con i 35Km nelle prossime rassegne mondiali (scelta demenziale e priva di senso) si compie anche il tradimento e lo sfregio gratuito su uno sport vero che ha una storia infinita.
– Nel 2019 si sapeva già di queste pessime decisioni sulla 50Km, in tanti hanno protestato anche con il gesto dei 50Km (braccia incrociate davanti, mano sinistra aperta per fare il 5, mano destra chiusa per fare lo zero). Ma allo stesso tempo altre persone (dirigenti, marciatori, allenatori) sono state indifferenti o hanno fatto e detto ben poco, anche chi con la 50Km ha ottenuto dei risultati importanti. Questo è stato l’insulto finale; del resto puoi essere un grande atleta, dirigente sportivo, allenatore di campioni, ma allo stesso tempo non è detto che tu sia un grande uomo, soprattutto perché chi è indifferente è sempre complice.
Probabilmente qualcuno non ha capito a cosa mi riferisco quando scrivo “atto ostile nei nostri confronti” perché non ho specificato che io mi ritengo parte di una precisa categoria di persone legate alla 50Km. E queste persone sono gli atleti e atlete della marcia (dal più lento al più veloce, dal più giovane al più vecchio, anche gli ex) che rispettano la 50Km, giudici che sanno l’importanza della gara dei 50Km per ogni partecipante, allenatori veri che ti seguono metro dopo metro negli allenamenti, familiari che ti seguono alle gare e soffrono con te, amici che diventano i tuoi più grandi tifosi pur non capendo le regole di ciò che fai, perché se la gara dei 50Km è importante per te lo è anche per loro. C’è una cosa fondamentale che lega tutte queste persone: sanno che cos’è la fatica dei 50Km, sanno cos’è quella fatica e quella forza d’animo che ti spinge a farla. Ecco, mi perdonino gli altri sport, ma la marcia 50Km è qualcosa di unico che nessun’altro sport può eguagliare, figuriamoci una 35Km a cui manca proprio la parte più bella, ovvero gli ultimi, drammatici, imprevedibili 15Km.
Insomma, l’atletica mondiale non ci vuole, lo sport mondiale non ci vuole, è un dato di fatto. E da qui si deve ripartire, aprendo la nuova era dei 50Km, noi veri amanti dei 50Km di marcia, raccogliendo prima di tutto le adesioni di quelle Federazioni che vogliono ancora disputare il campionato del mondo sui 50Km di marcia.
Dimenticavo, oggi è il mio compleanno e vorrei un bel regalo. E lo voglio chiedere a chi sarà l’anno prossimo a Tokyo 2021; facciamo ancora una volta, in sede Olimpica, prima, durante e dopo la gara, il gesto dei 50Km. Facciamolo ancora una volta sul percorso o dalle transenne, facciamo vedere al mondo che ci siamo.
Perché 50Km di marcia è immortale.
#SAVETHERACEWALKING