Il complotto bufala contro Schwazer getta fango su Gallitelli e NADO Italia

Falsità di Repubblica su Leonardo Gallitelli e NADO Italia, sempre per sostenere la teoria del complotto contro Alex Schwazer. Bonini, Bolzoni e Tonacci, giornalisti autori della recente inchiesta “La gloria e il fango” che sostiene Schwazer, hanno usato un po’ di fango del loro titolo per colpire Leonardo Gallitelli, ex Comandante generale pluridecorato dell’Arma dei Carabinieri che dal 2015 ricopre il ruolo di Presidente e responsabile di NADO Italia. La falsa accusa verso Gallitelli e l’autorità antidoping italiana, è quella di aver ostacolato la difesa dell’altoatesino non prendendo posizione per non compromettersi; tutto questo nel luglio 2016, quando Alex Schwazer era stato da poco sospeso per la positività doping (testosterone) e cercava un impossibile annullamento del provvedimento cautelare che gli permettesse di gareggiare sub judice alle Olimpiadi di Rio. Queste le parole di accusa su La Repubblica:

[Schwazer] Vuole fare un’istanza agli organi di giustizia italiana, al Tribunale nazionale antidoping … Ma a Roma alzano un muro di gomma. Leonardo Gallitelli … fa il pesce in barile. Preferisce tenersi alla larga e si dichiara “incompetente“.”

Ma è una fake news, perché un comunicato stampa pubblicato sul sito del CONI smentisce questa fantasiosa versione dei fatti, ed è singolare come i tre arguti giornalisti de La Repubblica abbiano omesso di citarlo. Prima di tutto Leonardo Gallitelli pur essendo Presidente di NADO Italia non ha alcun potere decisionale diretto, cosa che invece spetta al Tribunale Nazionale Antidoping. E infatti il comunicato stampa del 12 luglio 2016 proviene proprio dal TNA, il quale allora aveva già spiegato per ben due volte ai legali di Schwazer l’unica procedura attuabile in base ai regolamenti:

“La difesa dell’atleta Alex Schwazer in data 11 luglio 2016 ha presentato, dinanzi alla seconda sezione del Tribunale Nazionale Antidoping di NADO Italia, istanza per ottenere giudizio immediato per l’annullamento della sospensione cautelare irrogata dalla IAAF in data 8 luglio 2016.

Nella stessa giornata è stato rappresentato alla difesa dell’atleta da parte del Presidente della seconda sezione del TNA che il giudizio proposto non era ammissibile dinanzi al Giudice Nazionale e che l’unica competenza era esclusivamente affidata alla IAAF ovvero al TAS di Losanna.

Ad ulteriore replica della difesa, il Presidente della seconda sezione del TNA ha ribadito tale posizione.

In sostanza, alla luce del codice WADA e delle IAAF Rules, si precisa:

1 – Il provvedimento di sospensione cautelare può essere impugnato solo se l’atleta dimostra che la violazione è probabile conseguenza dell’assunzione di un prodotto contaminato e solo dinanzi alla IAAF o al TAS di Losanna.

2 – Il provvedimento di sospensione cautelare non può essere in nessun caso impugnato dinanzi al Giudice Nazionale.

3 – Il Giudice Nazionale può essere adito soltanto per il giudizio di merito, che deve comunque concludersi entro il termine di due mesi.

I vincoli procedurali sopra indicati sono stati ulteriormente chiariti alla difesa dell’atleta che però non ha ancora comunicato alla Procura Nazionale Antidoping di NADO Italia la scelta della procedura che intende avviare. “

Per la precisione il Presidente della seconda sezione del TNA nel 2016 era, ed è tutt’ora, il Prof. Avv. Luigi Fumagalli, considerato anche uno degli arbitri più esperti del Tas di Losanna, per cui non c’è alcun dubbio che abbia applicato a dovere i regolamenti. L’idea che anche NADO Italia sia stata in qualche modo complice in questo complotto internazionale multilivello raccontato nell’inchiesta bufala di Repubblica dovrebbe solo far sorridere, ma forse dovremmo preoccuparci del perchè questo famoso quotidiano assieme al Corriere, Gazzetta ed altri, reciti ininterrottamente il mantra in favore di Schwazer, pubblicando articoli con notizie che troppo spesso alterano la realtà dei fatti.

Immagine di copertina:
– Logo NADO Italia da nadoitalia.it
– Generale Leonardo Gallitelli da quirinale.itCC BY-NC 2.5 IT
Foto articolo: La sede di NADO Italia [Foto Simone Ramella | CC BY 2.0]

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