Il Presidente Coe mette in guardia l’Italia su Schwazer

L’Italia non deve essere dalla “parte sbagliata della storia” sul caso di Alex Schwazer. Il presidente di World Athletics Sebastian Coe, in occasione della conferenza stampa che ha seguito il 224° World Athletics Council, ha avvertito l’Italia di non mettersi dalla “parte sbagliata della storia”.  Alex Schwazer dopo la seconda squalifica doping del 2016 (testosterone) è stato interessato da un procedimento penale della giustizia italiana sul medesimo caso, ma la sua posizione è stata recentemente archiviata dal giudice di Bolzano Walter Pelino, che ha ritenuto che i suoi campioni di urina del 2016 avrebbero potuto essere alterati.

Rifiutiamo risolutamente qualsiasi tentativo da parte dell’atleta o di qualsiasi individuo associato all’atleta di indebolire o cercare di annullare la sentenza finale [di squalifica] del TAS di Losanna“. Riferendosi alla decisione del Tribunale di Bolzano, Coe ha specificato “È stata una decisione basata su quelle che possono essere meglio descritte come teorie di manipolazione inverosimili“.

L’Unità di Integrità dell’Atletica e World Athletics sono assolutamente fedeli alla posizione che hanno assunto. Il problema è chiaramente la posizione che sta assumendo l’Italia ed è importante che qui restiamo molto fermi e molto risoluti.” Citando il suo amore per l’Italia, dove ha trascorso buona parte delle sue stagioni internazionali, quando da atleta vinse due volte la medaglia d’oro olimpica nei 1500 metri, Coe ha aggiunto: “Non voglio che l’Italia sia dalla parte sbagliata della storia.

Non voglio che l’atletica leggera italiana venga contaminata. Spero solo che la gente riconosca che questa è una questione importante e che la storia non sarà gentile“. Coe ha aggiunto che World Athletics aveva già difeso con successo l’appello che Schwazer aveva presentato al Tribunale Federale Svizzero per richiedere una revisione della decisione del TAS e l’annullamento della squalifica. “Resteremo fermi su questo ed è importante che lo facciamo, non solo per questo singolo caso, ma dobbiamo continuare a combattere la giusta causa“, ha concluso.
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