Tontodonati in rotta verso Tokyo. L’obiettivo olimpico in vista.

Federico Tontodonati è ancora una volta alla ricerca del definitivo pass olimpico per Tokio 2021. Quest’anno l’obiettivo sembra ancora più vicino ma la concorrenza è tanta, quindi non bisogna rilassarsi. Il marciatore del Centro Sportivo Aeronautica militare, pluricampione italiano e componente della squadra italiana dei 50Km vincitrice dei mondiali di marcia di Roma 2016, si è raccontato in una intervista in cui spiega il suo stato di forma e le sue aspettative.

Tontodonati vittorioso ai Campionati italiani 20Km
di Grottaglie lo scorso 7 marzo 2021
Foto: ASD Atl. Grottaglie
Ciro Santopietro & Romina Occhilupo

Il mese scorso a Grottaglie (TA) con 1h20’12’’ hai vinto il titolo di campione italiano della 20km e ottenuto lo standard olimpico per Tokyo (che era fissato in 1h21’00’’). Stavolta sembra che sei un po’ più vicino del solito alla partecipazione alle Olimpiadi.

Si, stavolta ho conseguito il minimo imposto da World Athletics, quindi considerando che lo chiamano anche “super minimo” sono contento di averlo ottenuto.

Come ha accolto l’Aeronautica il tuo risultato?

Il Centro sportivo dell’Aeronautica mi ha sempre appoggiato. Naturalmente hanno accolto bene la mia prestazione e si sono subito attivati per chiedere in Federazione quali sarebbero stati gli step successivi che dovevo fare per confermare definitivamente la qualificazione

Adesso dovrai confermare

Esatto, dovrò dimostrare in Coppa Europa (ndr. Podrebady 16 maggio 2021)  che il mio stato di forma è solido.

Tontodonati, Caporaso, De Luca e Giupponi
prima di ricevere la medaglia d’oro a Roma 2016
Foto: Colombo/FIDAL

In passato la tua partecipazione ad altre Olimpiadi è sfumata anche per problemi fisici, ed in ogni caso non sei stato particolarmente fortunato. Ritieni che le disavventure del passato e quindi le esperienze negative siano riuscite a darti qualcosa in più adesso?

Solo parzialmente. Da un lato è stata la ricerca continua di ottenere quello che non ero ancora riuscito a raggiungere, quasi un mettersi in “pari”, e dall’altro lato ho trovato nuovi stimoli in cose diverse che prima non avevo. Del resto, ho vissuto gli ultimi 12 anni di carriera cambiando anche come persona, a 20 anni è una cosa, a 32 è un’altra.

Adesso ti allena Alessandro Gandellini. Questo cambiamento ha portato delle modifiche ad i tuoi allenamenti e al gesto tecnico? Avete continuato il lavoro fatto in precedenza o è stato uno stravolgimento di tutto?

Più che uno stravolgimento è stato un affinare il lavoro fatto negli anni, ma di base abbiamo aumentato i recuperi. Da un punto di vista tecnico cerco di marciare meno di forza compensando con più elasticità, e questo sulla durata dell’esercizio aiuta.

Tontodonati in azione ai recenti Campionati italiani
Foto: ASD Atl. Grottaglie
Ciro Santopietro

Spiegaci qualcosa in più sull’importanza del recupero, un aspetto spesso sottovalutato

Nel corso della mia carriera ho seguito per un periodo allenatori che proponevano una crescita della mole di lavoro come indice di miglior allenamento, quindi come maggiore possibilità di ottenere buone prestazioni. Poi per esperienza e anche facendo test scientifici sul mio fisico è stato evidente come in realtà l’aumento indiscriminato dei volumi, superando certi limiti, ha portato più danni che benefici. Per esempio, già con mio padre (mio precedente allenatore) sono arrivato a marciare in 1h21’20’’, poi rientrando dopo l’infortunio e passando con Gandellini, ma seguendo sempre lo stesso metodo, ho raggiunto  1h20’12’’. Riassumendo in breve, meno di un certo volume di lavoro certamente non è sufficiente perché la marcia è sempre una disciplina di resistenza, ma la crescita di carico all’infinito per intensità ed estensione non paga se i lavori non vengono ben bilanciati. Poi ovviamente vanno considerati tutti i fattori di adattamento fisiologico individuale. Non posso comunque negare che i lavori eccessivi che ho fatto in passato mi sono serviti soprattutto a livello mentale, anche se sarebbe stato meglio evitarli. Col senno di poi avrei seguito un altro percorso più ponderato.

Tu sei un atleta che non ha particolari problemi tecnici, non hai mai subito squalifiche in eventi importanti. Cosa pensi di questa innovazione (non ancora arrivata) della soletta elettronica per il controllo della sospensione?

Diciamo che quando verrà standardizzata ed inserita in un regolamento condiviso potrebbe aiutare il giudizio, soprattutto in caso di dubbio. Il margine di azione del giudice verrebbe ridotto, e forse anche la possibilità di errore. A me però piace pensare che gli atleti ed i giudici condividono una stessa visione del gesto tecnico, così nel momento in cui l’atleta sbaglia  non ci sono furbizie da parte di nessuno ed il giudice agisce con una paletta o la proposta di squalifica per segnalare l’errore, e l’atleta ne trae anche una informazione a lui utile.

Ti sei avvicinato alla marcia per caso (come tanti) oppure è stata una scelta?

Alla mia prima gara di marcia mi proposi io, chiesero chi voleva coprirla perché non avevamo nessuno.

Un suicida…

Forse si, ma la marcia mi piace.

La marcia rimane sempre una disciplina poco conosciuta e poco praticata. Qual è secondo te il problema che causa questo?

Secondo me non viene spiegata alle persone per quello che è. Mi sono trovato spesso con davanti persone che la vedevano fare e la ritenevano una corsa strana. Non si parte mai dalla premessa che è l’espressione atletica del cammino e ci sono delle regole; un ragazzino che si avvicina alla marcia pensa sempre “perché devo fare tutta questa fatica correndo in modo strano?”. Non si spiega bene cos’è la nostra disciplina. L’errore che spesso si fa è far vedere ai giovanissimi un video con una gara di alto livello; come fai a spiegare ai ragazzini che uno che va a 3’50’’ al km sta camminando?

Antonelli, Tontodonati e Caporaso nel gesto a sostegno
della 50Km nella campagna #savetheracewalking

Hanno tolto la 50Km dai giochi olimpici e dopo Tokyo dovrebbe essere sostituita dalla distanza di 35Km. Tu hai gareggiato spesso sui 50Km, ti ha colpito questa decisione?

È stato un brutto colpo, anche se adesso mi sto concentrando su distanze più brevi. Mi piacerebbe però gareggiare ancora sui 50Km. Credo che questa scelta non sia dovuta a motivazioni che hanno a che fare con lo sport. Francamente credo che alla Federazione internazionale non pesi tanto organizzare una gara di 50Km, la scelta di eliminarla evidentemente dipende da equilibri diversi. La marcia 50Km ha sempre avuto un grande significato, del resto ci si ricorda della marcia alle Olimpiadi soprattutto per la gara dei 50Km. Toglierla dal programma olimpico non è necessariamente un controsenso, del resto le discipline sportive delle Olimpiadi negli anni sono cambiate, però secondo me sarebbe stato più corretto se ci avessero dato una spiegazione più onesta dei motivi di questa cancellazione. In passato giustamente allungarono le distanze per cercare di ottenere un miglioramento del gesto tecnico, ed infatti nessuno adesso può dire che il problema della 50Km è la tecnica. Che ci dicano le motivazioni reali e le spieghino meglio.

Chiudiamo in simpatia. Raccontaci la prima barzelletta che ti viene in mente

Cosa fa una televisione in mezzo al mare? Va in onda…

Fantastico … hai un lavoro di ripiego da comico! Grazie Federico e in bocca al lupo

 

CATEGORIE: Interviste | Notizie
TAGS: ,