Il TAS di Losanna risponde alle false accuse del quotidiano “La Repubblica” sul caso Schwazer. Nell’inchiesta intitolata “La gloria e il fango” dei giornalisti Carlo Bonini, Attilio Bolzoni e Fabio Tonacci, il Tribunale arbitrale dello sport è stato accusato di aver presieduto nel 2016 a Rio un “processo farsa” ai danni dell’ex-atleta altoatesino. L’ufficio stampa del TAS ha però risposto ad una nostra semplice e-mail con allegata la copia dell’articolo de “La Repubblica”.
Un estratto della motivazioni della sentenza di squalifica di Schwazer del 2016
La risposta del TAS è stata piuttosto asettica, ma comunque significativa:
“Non c’è stato nessun problema particolare su questa questione.
Il Sig. Schwazer ha presentato ricorso d’urgenza al TAS il 18 luglio 2016, ed è stato avviato un procedimento accelerato su richiesta dello stesso atleta: l’udienza si è svolta l’8 agosto 2016 e la decisione finale è stata comunicata l’11 agosto 2016. [clicca qui per le motivazioni della squalifica di 8 anni di Alex Schwazer]
L’atleta non ha presentato ricorso alla Corte Suprema Svizzera contro tale decisione del TAS.
Successivamente, nel dicembre 2019, ha presentato una richiesta di revisione che è stata respinta dalla Corte Suprema Svizzera nel marzo 2020. [clicca qui per la decisione che respinge la revisione della squalifica doping di Alex Schwazer]
Per quanto riguarda il TAS, in questo caso non c’è alcun elemento specifico che possa giustificare una qualsiasi accusa contro la nostra istituzione.
CAS Media Office”
Questa risposta smentisce l’inchiesta in cui si è parlato addirittura di “giustizia sportiva fuorilegge”, ma nella quale in modo sorprendente si è omesso di citare il documento delle motivazioni della condanna di Alex Schwazer, che già da solo smonterebbe gran parte delle mendacità scritte da Repubblica.