Schwazer, Malagò e Mei: archiviazioni da amare e sentenze da dimenticare

A dire il vero è stato proprio Schwazer ad iniziare: “Le sentenze non si commentano, si rispettano”. Del resto dopo la decisione del giudice Walter Pelino della scorsa settimana è anche normale che Alex rimproveri la WADA con questa vecchia massima. Allo stesso modo il Presidente FIDAL Stefano Mei: “bisogna rispettare le sentenze”. Come dargli torto? Infine, il Presidente del CONI Giovanni Malagò al termine della Giunta Nazionale di ieri: “Abbiamo agito come padri di famiglia: non possiamo andare contro le regole [sportive ndr.], ma a livello umano e affettivo ci siamo sempre stati anche nei confronti di una persona accusata di aver compiuto un reato dalla giustizia ordinaria. Ora è certo e acclarato che Schwazer non solo non ha commesso il fatto ma è stato anche vittima di qualcosa di più, dunque si apre un altro aspetto”.

Già nello scorso articolo avevamo spiegato che non si tratta affatto di sentenza ma di un’ordinanza di archiviazione. Ma forse occorre ricordare che il giudice Pelino prima dell’ordinanza di cui tutti adesso parlano, ha scritto anche delle vere e proprie sentenze, quelle che condannano. Come ad esempio la Sentenza del 22 dicembre 2014, relativa al patteggiamento di Alex Schwazer nel procedimento penale riferito al suo doping dal 2010 al 2012. Sentenza di cui è bene evidenziare i punti salienti:

“IMPUTATO del delitto di cui agli artt. 81 cpv, e 9, comma 1 Legge 14 dicembre 2000 n. 376 per aver nella sua qualità di tesserato per la Federazione italiana di atletica leggera (FIDAL), con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, reiteratamente assunto farmaci o sostanze biologicamente o farmacologicamente attive ricompresi nelle classi previste all’articolo 2 comma 1 – quali Generic Andriol (testosterone Undecanoato) , Testogel, Virigen Testocaps (testosterone undecanoato) in confezione da 30 capsule da 40 mg., Epobel 1000 oppure Eprex 2000 (Eritropoierina ricombinante), Epobel 10000 oppure Eprex 10000 (Eritropoietina ricombinante), Agovirin-depot (testosterone puro) in fiale da 2 mi e Virormone (testosterone propionato) in fiale da 2ml oppure Testovis in file da 2ml ovvero per essersi reiteratamente sottoposto a pratiche mediche ricomprese nelle classi previste all’articolo 2. comma 1. non giustificati da condizioni patologiche e idonei a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo, al fine di alterare le proprie prestazioni agonistiche nella disciplina della marcia: In Racines (BZ) tra marzo 2010 e il 30.07.2012.

Alla luce di tali elementi di prova, non sussistendo cause di estinzione del reato o della pena, … non vi sono dubbi sulla penale responsabilità dell’ imputato, che ha chiesto, del resto, di patteggiare la pena, configurando ciascuno dei fatti in oggetto il reato di cui all’art. 9. co. l. della legge n.376/2000 come correttamente qualificato nel capo d’imputazione.”

In questa sentenza si parla di doping e numerose sostanze proibite da marzo 2010 a luglio 2012, periodo che include anche la marcia 20Km dei Campionati Europei di Barcellona, gara che si svolse il 27 luglio 2010 e terminò con i seguenti marciatori nei primi quattro posti:

Oro: Alex Schwazer ITA
Argento: João Vieira POR
Bronzo: Robert Heffernan IRL
Quarto posto: Giorgio Rubino ITA

A questa classifica si doveva mettere mano già molto tempo fa, visto che la sentenza rende acclarato che Giorgio Rubino deve ricevere la medaglia di bronzo, Heffernan l’argento e Vieira l’oro. Intanto i 10 anni della prescrizione delle violazioni antidoping sono già passati senza che nessuno facesse nulla, infatti per Giorgio nulla si è mosso dalle parti di FIDAL (Giomi incluso) e CONI.

I “padri di famiglia” del nostro sport italico in questi ultimi giorni si sono fatti subito trovare pronti, si stanno spendendo sulla stampa e si mostrano determinati ad intercedere anche con il CIO per dare appoggio ad Alex Schwazer e cercare di far annullare una regolare squalifica sportiva del TAS per cui esiste solo il ricorso alla corte Federale Svizzera (ricorso già fatto una volta e fallito). Tutto questo impegno solo sulla base di una ordinanza di archiviazione (tra l’altro ferocemente contestata dalla WADA).

Invece, nei 6 anni passati dalla sentenza del 2014 che non lascia dubbi sulla responsabilità penale (doping) dell’allora imputato Schwazer, i “padri di famiglia” non hanno fatto ne detto nulla per sostenere un atleta sempre pulito come Giorgio Rubino, quando sarebbe bastato fare le giuste mosse per  richiedere a chi di dovere l’apertura di un procedimento disciplinare sportivo antidoping includendo come prova determinante una condanna della giustizia ordinaria in base alla legge sul doping. E’ vero che Giorgio non è biondo ed ha l’allenatore sbagliato, ma non c’è dubbio che in questo caso lo sport italiano ha dimostrato di trattare alcuni come figli prediletti ed altri come figli di nessuno. Altro che Alex Schwazer (AKA Alfred Rainer), prima ci vuole giustizia per Giorgio Rubino.

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